Le grandi ‘chiese di città’ della Padania

Nella vasta piana padana – la “Lombardia” medievale – dodici delle grandi chiese costruite nel tempo romanico si sfidano ancor oggi. Competono in magnificenza e autorità come fecero già nel XII secolo, quando l’edificazione di una cattedrale, o di una grande abbazia cittadina, era un’im­presa civica, e quando la bellezza di queste “chiese urbane” dava la misura della potenza della città stessa.

Sant’Abbondio a Como

Nel viaggio ideale che Before Chartres propone, ora anche con un nuovissimo volumetto, tre di queste grandi chiese di città sono così antiche e così autorevoli che potremmo definirle “chiese madri”. La prima è il Sant’Abbondio di Como, nella terra dei maestri comacini, dove i laghi e i monti cessano, e comincia la piana padana, e comincia anche il romanico; la seconda è la basilica di San­t’Am­brogio a Milano, testimone di una storia secolare e piena di fascino e spessore; e la terza è la chiesa di San Michele a Pavia, dal fragile volto malato, ma dall’interno possente come pochi altri, e davvero imperiale.

Scendendo ancora si incrocia la linea cruciale che traversa gran parte della Pianura Padana, e questa linea è la via Emilia, lungo la quale sorsero nei secoli le cit­tà che ancora oggi sono le principali della Padania: quattro di queste città – Par­ma e Modena, Piacenza e Fidenza – possiedono ancora grandi basiliche urbane che sono il vanto del tempo romanico, mentre le cattedrali di altre città non distanti dalla lunga via romana – quella di Ferrara e quella di Cremona, per fare due esempi – hanno subìto nei secoli numerosi rimaneggiamenti.

Una sosta a Brescia, fiera del suo “Duomo vecchio”, particolarissimo per la forma, ma non così lontano dalla lezione lombarda e comacina; e poi si passa per Verona, con la splendida abbazia di San Zeno, con le sue perle di marmo e di bronzo; si arriva infine a Trento, dove la cattedrale di San Vigilio – non più padana e, dicono, nemmeno più romanica – è invece per chi la sa guardare attentamente, uno splendido compimento del cammino.

Fa quasi storia a sé la basilica di San Marco a Venezia: poggiata sul mare che guar­da a Bisanzio è anch’essa, checché se ne dica, sorprendentemente romanica; non fu cattedrale, ma “chiesa madre” sì, e grande chiesa urbana, senza dubbio alcuno.

Anche se ha dedicato molte pagine a queste splendide realizzazioni del romanico nella “Lombardia” medievale, Before Chartres, non ha la pretesa di fornire di ognuna di queste chiesa né un apparato iconografico completo, né una trattazione esaustiva: i post nel blog – e ora il nuovo volumetto che li tiene tutti insieme – danno piuttosto, di ciascun edificio, le informazioni essenziali, e si sforzano invece di fornire suggestioni, pun­ti di osservazione particolari, possibilmente cruciali, e chiavi di lettura. Come sempre l’o­biettivo è quello di mostrare a chi legge almeno un valido motivo per partire, per andare a vedere, per guardare ogni chiesa presentata con un’attenzione diversa, che provi a coglierne l’anima, e a spiegarla nel contesto vastissimo dell’arte romanica europea.

Sant’Evasio a Casale Monferrato

Il viaggio, lo abbiamo detto, si concluderà a Venezia, sul lembo orientale della vasta valle del Po. La chiesa di partenza, invece, è un’altra chiesa “di città”, al­l’inizio della Padania: quella di Casale Monferrato, che di romanico vanta, se non proprio tutta la struttura, almeno lo splendido nartece. Nessun’altra meglio ci avrebbe saputo introdurre in questo viaggio attraverso le “chiese di città” della Padania romanica. Perché ci accoglie proprio all’ingresso, con il suo nartece, punto di partenza dell’esperienza di chiesa. Ma anche perché incarna al meglio – con la sua aria da gentilissima nobildonna di veneranda età e di aristocratiche origini, antica e però rivestita dell’ultimo abito che le donarono i figli – il ruolo che le nostre dodici grandi chiese urbane si ritagliano: quello cioè di rappresentare la comunità che le costruirono, mostrare a tutti il meglio che ogni singolo centro urbano, con i suoi cittadini, la sua cultura, la sua fede, ha saputo costruire per certificare il suo orgoglio di città. Buon viaggio, allora, e buona lettura.

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Non solo questo articolo, ma un vero e proprio diario di viaggio, attraverso la vasta piana padana – la “Lombardia” medievale – e attraverso le dodici delle grandi chiese costruite nel tempo romanico, che competono in magnificenza, autorità e splendore. Before Chartres le osserva e ne descrive il cuore, in un nuovo delizioso volumetto: LE GRANDI “chiese di città” DELLA PADANIA ROMANICA.

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La Lombardia “alta” è una delle culle, se non la vera culla, dell’architettura romanica. Da qui i “maestri comacini” portarono i segreti della loro laboriosa abilità costruttiva un po’ dovunque in Europa. Questo itinerario in dieci tappe racconta le loro realizzazioni più preziose – da Gravedona ad Almenno San Bartolomeo, da Agliate ad Arsago Seprio a Civate – e lo spirito, i colori, i materiali, i modi e i vezzi che i hanno lasciato nelle chiese delle loro terre d’origine: DIECI PERLE romaniche TRA MILANO E I LAGHI

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5 pensieri su “Le grandi ‘chiese di città’ della Padania

  1. Bariom ha detto:

    Il Duomo di Modena com’è risaputo è un vero e proprio gioiello di architettura Romanica (ho avuto il privilegio di celebrare il mio Matrimonio al suo interno).

    Penso acquisterò il volumetto. Potrei sbagliarmi nel dire “le ho visitate tutte”, ma potrebbe essere un’occasione ri-visitarle, appoggiato a questa pubblicazione-guida.

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  2. Paolo Salvi ha detto:

    Non c’è dubbio che hai selezionato gli esempi migliori del romanico della cattedrali della pianura padana, non fosse per la deviazione in quel di Trento, splendida, e l’aver tagliato fuori, per me un po’ incomprensibilmente, Ferrara.
    Ma ai poeti si addice la licenza e come tale non posso certo criticarti.
    Come in tutte le cose che scrivi, appassionate cose, è la suggestione che conta, più che la precisione storiografica o la descrizione architettonica.

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    • Giulio Giuliani ha detto:

      E come no, Giovanni! Citi correttamente la Puglia: è un’altra regione dove in diversi centri urbani il tempo romanico ha lasciato grandi chiese “di città”, che sembrano competere tra loro: Trani, Bari, Bitonto, Molfetta, Ruvo, Troia… Di alcune Before Chartres ha scritto…

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