Alla scuola elementare di Anzy-le-Duc

C’è l’alba, dentro la chiesa di Anzy-le-Duc. Come le prime luci del mattino, deboli ancora ma già garanti del mezzogiorno luminoso che si prepara, i capitelli scolpiti nella navata di Anzy cantano, con voce incerta dell’oggi ma sicura del domani, l’annuncio della grande stagione dei capitelli e dei chiostri del romanico maturo.

Verranno i grandi cicli di Vezelay e di Autun; e nelle grandi chiese e nei grandi chiostri verranno i capitelli destinati a raccontare, in ordine e con dovizia di particolari, le storie della Bibbia e le vicende dei santi. Verranno i cori di Issoire, di Clermont, di Sant-Nectaire, le cui colonne portano in cima veri corsi di teologia scolpiti nel marmo. Di questo futuro, Anzy-le-Duc costituisce il punto di partenza, la scuola elementare, fatta ancora di ingenui e spensierati temi svolti in classe.

AnzyLeDucM3

La navata di Anzy-le-Duc

Non è solo una questione di “fattura”, se i capitelli di Anzy-le-Duc precedono da lontano quelli che saranno scolpiti in tante altre chiese più dotte: a definirli come un’alba, un primo inizio, è piuttosto la scelta dei temi, che nella chiesa del Brionnais è ancora vaga. E’ lontana ancora l’idea di un ordine, di un progetto iconografico studiato, e anzi ancora gli scultori sembrano sperimentare vie diverse: tra i quaranta capitelli presenti nella chiesa, molti presentano una decorazione vegetale; e poi, tra quelli figurati, appaiono contemporaneamente figure umane, animali, acrobati. Come se ancora si chiedessero se quello è il posto giusto per loro, si fanno timidamente presenti alcuni temi mitologici; rarissimi, ancora, i soggetti ripresi dalla Bibbia; assente ogni tentativo di raccontare in modo organico un episodio.

In questo mattino ingenuo, nell’adolescente rassegna di Anzy-le-Duc, sei capitelli dobbiamo guardare con attenzione ed “impararli” – e non sarà difficile, perché sono inconfondibili – proprio per confermarci in questa lettura.

Il primo è il capitello dell’acrobata, disteso e nudo come un nuotatore di Pompei, incurante dei serpenti che lo insidiano; il secondo è quello degli anziani che si affrontano tirandosi la barba: due esempi della “prima scelta” operata ad Anzy, quella cioè di aggiungere figure umane, di arricchire i rilievi con corpi e personaggi, anche senza ulteriori particolari pretese simboliche.

Due altri capitelli, poi, raccontano come gli scultori di Anzy-le-Duc abbiano sondato il mondo della rappresentazione più propriamente simbolica e mitologica: uno rappresenta i fiumi del mondo, particolarmente originale nella sua struttura; l’altro allinea una strana processione di figure, dove ad un uomo con un leone (lo addestra?) si affiancano via via un personaggio dalla chioma folta che suona il piffero, due gemelli siamesi, un uomo dal grande piede.

AnzyLeDucCapitelliM9

Il giovane che lotta con il leone

Due capitelli, infine, sembrano compiere il passo decisivo verso la rappresentazione di un episodio, e di un episodo “che insegni”. Bellissimo il primo, con una splendida rappresentazione del giovane che cavalca il leone e lo afferra per le mascelle: potrebbe essere Sansone – quanti altri rilievi romanici raccontano questo episodio! – ma l’assenza dei lunghi capelli, attributo peculiare dell’eroe degli Ebrei, lascia nel dubbio. Per la pulizia solare del tratto, per la perfetta rappresentazione dello spasmo della bestia e della posa e dello sforzo del giovane, questo capitello gareggia in bellezza con il sesto, dove si contrappongono in armi un angelo e un satanasso: si intravedono, qui, nella felicissima impaginazione, nell’equilibrio e nel movimento perfettamente fusi, i capitelli che verranno, i capolavori di Gislebertus e del Maestro di Saulieu, gli splendori scolpiti dell’Alvernia e del Cabestany

AnzyLeDucCapitelliM5

L’angelo combatte contro il demone

Anzy-le-Duc, che non ha nessuna intenzione di competere con chi verrà dopo e altrove, fa le prove e si contenta del suo mattino placido, che semmai promette e annuncia. Ma con i suoi capitelli apre la strada – come fa con le sue volte a crociera – e resta a guardare, con il cuore aperto e leggero che la contraddistingue.

La Borgogna romanica, di cui Anzy-le-Duc è una delle perle, può stare tutta in un viaggio di sei giorni: lo racconta il nuovo volume con gli appunti di Before Chartres, per un itinerario densissimo di meraviglie: LA BORGOGNA romanica IN SEI GIORNI.

Non ci sono, i capitelli di Anzy-le-Duc, nel volumetto sui capitelli romanici che Before Chartres propone, finalmente “in carta”, ai suoi lettori più fedeli. E però ce ne sono altri dodici – anzi, per la verità ce ne sono altri quattordici – che hanno la pretesa di essere altrettanto belli. Vedere per credere. Qui: DODICI splendidi CAPITELLI ROMANICI

Un pensiero su “Alla scuola elementare di Anzy-le-Duc

  1. Paolo Salvi ha detto:

    Anzy-le-duc, un edificio splendido ed un reportage davvero originale e particolarmente accurato dei capitelli romanici che la fabbrica presenta. Ben rivaleggiano con altri di artisti famosi e autocitatisi nelle proprie magnifiche opere.

    "Mi piace"

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.