La Pasqua stupefatta della Maddalena

Lei che era l’ultima, a Pasqua divenne la prima. Quella donna che per noi fu prostituta, e secondo alcuni anche amante di Gesù, quella donna che lavò i piedi del Maestro con le proprie lacrime e con i propri capelli li asciugò: fu quella donna, la Maddalena, a vedere per prima il Gesù risorto. L’incontro è rappresentato molte volte nel tempo romanico; e la più bella immagine – anche se a lungo i critici hanno confrontato e messo in competizione questo pezzo con quello realizzato da Gislebertus ad Autun – è quella che ci propone, a Saulieu, uno dei cinque meravigliosi capitelli biblici della chiesa di Saint-Andoche.

SaulieuCollageMaddalena
La Maddalena davanti a Gesù risorto

Qui, come ad Autun, la Maddalena appare piccola, e con le ginocchia piegate di fronte al Signore. Ma la sua figura è gigantesca nella storia della fede, e il tempo romanico lo sa molto bene. A noi, lettori puritani, infatti, delle azioni attribuite dai Vangeli a Maria di Magdala restano impressi certi episodi della sua devozione quasi erotica; per gli uomini e per gli artisti del tempo romanico, invece, un solo episodio – questo – conta più degli altri; e su questo incontro pasquale tutto il Medioevo costruisce la sua profonda passione per la Maddalena, che era l’ultima e diventò la prima.

E’ la mattina di Pasqua, del primo giorno dopo il sabato, nel capitello della chiesa di Saint-Andoche. Secondo quanto narra il Vangelo di Giovanni – il capitello però tiene conto anche della diversa narrazione nei tre Vangeli sinottici, e rappresenta anche le altre pie donne – Maria di Magdala da sola, di buon’ora, era andata al sepolcro, e l’aveva trovato vuoto. Era corsa allora al Cenacolo ad avvisare gli Apostoli, e con Giovanni e Pietro era tornata al luogo di sepoltura del Maestro; li aveva visti entrare, e anche loro, trovato il sepolcro vuoto, già se n’erano partiti, sconvolti dalla notizia che li accompagnava, quella di un sepolcro vuoto. La Maddalena invece, che sembra presagire quanto accadrà in questo luogo solo apparentemente disabitato,

…se ne stava fuori vicino al sepolcro a piangere. Mentre piangeva, si chinò a guardare dentro il sepolcro, ed ecco, vide due angeli, vestiti di bianco, seduti uno a capo e l’altro ai piedi, lì dov’era stato il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Ella rispose loro: «Perché hanno tolto il mio Signore e non so dove l’abbiano deposto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Gesù le disse: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse l’ortolano, gli disse: «Signore, se tu l’hai portato via, dimmi dove l’hai deposto, e io lo prenderò». Gesù le disse: «Maria!». Ella, voltatasi, gli disse in ebraico: «Rabbunì!», che vuol dire: «Maestro!». Gesù le disse: «Non trattenermi, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli, e di’ loro: “Io salgo al Padre mio e Padre vostro, al Dio mio e Dio vostro”». Maria Maddalena andò ad annunciare ai discepoli che aveva visto il Signore, e che egli le aveva detto queste cose (GV 20, 11-18).

Poteva sfuggire alla tradizione cristiana la primazìa, il privilegio, di Maria di Magdala? No di certo. E di certo non sfuggì al maestro di Saulieu. Per la sua peculiare effervescenza, il capitello di Saint-Andoche è il perfetto interprete dell’esplosiva notizia della Pasqua, consegnata ad una donna che piangeva. Se ad Autun, nella stessa scena, la Maddalena quasi abbassa il capo di fronte a Gesù, qui a Saulieu, al contrario, lo alza e lo protende verso il Suo volto, e strabuzza gli occhi e per riconoscere – per riuscire a riconoscere – quel suo adorato Maestro che solo ieri sera lei, la Maddalena, aveva vegliato morente sulla croce. Nelle mani, ancora, ormai inutile, la boccetta degli unguenti con cui pensava – e sperava, a parziale consolazione! – di ungere il corpo morto dell’Amato; nel cuore un battito aumentato a dismisura, prima del gesto di protendersi verso di Lui, a cui Gesù risponderà con quel profondo e celeberrimo “Noli me tangere”, “Non volermi toccare, non volermi trattenere”, che l’artista di Saulieu descrive con quelle braccia allargate del Cristo: non un abbraccio, ma al contrario il sottrarsi, ormai, ad un affetto troppo terreno.

Davvero la Maddalena, che era l’ultima, ora è la prima. Al Medioevo romanico non sfugge che questa piccola donna è stata la prima testimone della Risurrezione. I teologi del tempo la chiameranno “Apostola degli Apostoli”, riconoscendo come per due volte fu lei a dire a Pietro e agli altri che tutto stava accadendo: dapprima, che il sepolcro era vuoto; poi che il Signore davvero era risorto, e che le aveva parlato, e che l’aveva mandata ad annunciare il compimento della promessa. Nel Medioevo romanico, la donna di bassa lega primeggia tra i discepoli prediletti; per questo, e per le sue reliquie, grandi abbazie e regioni intere si faranno guerra; per questo così spesso ricorre nei capitelli e nei rilievi… Ma mai come a Saulieu si seppe narrare nella pietra la sua reazione – che è sorpresa, che è sconcerto, che è gioia nata dal pianto – al messaggio smisurato che Cristo, da morto è risorto, e si prepara già a salire al Padre, a preparare un posto per i suoi.

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SaulieuSaintAndocheIl capitello della Maddalena è uno cinque capitelli biblici, i pezzi più pregiati tra i tanti scolpiti nella chiesa di Saint-Andoche a Saulieu. I cinque capitelli, vanto di una chiesa che non può certo essere definita tra le più belle di Borgogna, sono contemporanei e quasi certamente attribuibili allo stesso artista, o comunque allo stesso atelier. Risalgono ai primi decenni del XII secolo e rappresentano un episodio del Vecchio Testamento – quello del profeta Balaam fermato dall’angelo – e quattro episodi del Vangelo: la Maddalena davanti al Risorto, appunto, e poi la fuga in Egitto, la tentazione di Gesù, l’impiccagione di Giuda. Before Chartes ne parla in un altro articolo ad essi dedicato.

Per le sue cinque perle rare, Saint-Andoche a Saulieu entra comunque di diritto tra le chiese che non si possono non visitare in un tour della Borgogna; ai pigri nell’organizzare che però amano correre per chiese romaniche e vedere il meglio, Before Chartres propone un itinerario in sei giorni, in questo articolo e in questo volumetto.

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Non c’è, il capitello della Maddalena, nel volumetto sui capitelli romanici che Before Chartres propone, finalmente “in carta”, ai suoi lettori più fedeli. E però ce ne sono altri dodici – anzi, per la verità ce ne sono altri quattordici – che hanno la pretesa di essere altrettanto belli. Vedere per credere. Qui: DODICI splendidi CAPITELLI ROMANICI

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Le storie della Bibbia hanno ispirato e guidato gli artisti romanici. Before Chartres ne ha descritte molte nei suoi articoli, e oggi ha raccolto le più affascinanti in un volumetto pieno di fede, di sapienza e di stupore, che trovi qui: STORIE della Bibbia NELL’ARTE ROMANICA.

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La Borgogna romanica – da Perrecy-les-Forges a Tournus, da Vézelay a Cluny a Berzé-la-Ville – è ora un delizioso volumetto, densissimo di meraviglie, che mette insieme gli appunti di viaggio di Before Chartres: LA BORGOGNA romanica IN SEI GIORNI.

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12 pensieri su “La Pasqua stupefatta della Maddalena

  1. Paolo Salvi

    Non poteva mancare Saulieu, come già mi dicesti nel programma di viaggio per la Borgogna.
    Splendido questo capitello della Maddalena, figura chiave della narrazione in questi giorni di Pasqua. Sublime l’articolo che ne mette in evidenza la figura e umanizza il culto cristiano, ben oltre come ci è arrivato nel XX secolo.

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  2. Gina Spinosa (da Fb):
    Grazie per questi bellissimi post. Non sono un’esperta nel campo dell’architettura ma mi sono appassionata seguendo le vostra pagina Facebook. Spero che potrò ammirare dal vivo qualche opera che avete presentato quando potremo di nuovo viaggiare.

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  3. Loredana Rizzardi (da Fb):
    Buona Pasqua. Grazie per questi stupendi post, da anni giriamo per l’ Europa alla ricerca del romanico. Rivedere attraverso le vostre foto e spiegazioni questi magnifici lavori rende i giorni meno pesanti. Grazie davvero.

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  4. Aldo Valentini (da Fb):
    Molto bella l’opera, molto meno il testo. Sull’identificazione di Maria di Magdala con questa o quella Maria in altre parti del vangelo ci sono diversi pareri. Quanto all’erotica…penso che il coronavirus ti stia creando degli effetti collaterali…

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    1. E’ giusta la tua precisazione: non tutti sanno, come sai bene tu, che non è facile comprendere i legami che i Vangeli suggeriscono tra “l’adultera”, la prostituta, “la Maddalena”, “Maria di Magdala”. Potevo fare un aggiunta al testo, ma ho ritenuto – sbagliando, ovviamente – che la questione che tu sollevi non fosse fondamentale, nel commentare questo capitello a Pasqua.

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    1. Fai bene ad evidenziare dei distinguo, Anna Gloria… Il tema è molto più complesso, perché molti e diversi sono gli episodi, sparsi tra l’altro in quattro Vangeli e ogni volta narrati con particolari differenti, in cui si è inteso riconoscere la stessa donna… oppure appunto si è negata la corrispondenza tra la prostituta, l’indemoniata, l’adultera, “la Maddalena”, “una delle Marie”, “Maria di Magdala”. La matassa delle ipotesi in proposito è notevole e difficilmente districabile: per questo nel mio post, come spiego anche più sopra, mi sono fermato al personaggio che incontra Gesù dopo aver visto il sepolcro vuoto, e a quello che a ciascuno di noi questo stesso personaggio, magari solo per tradizione, fa venire in mente.

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  5. Joan Alberni (da Fb):
    Una veritable bellesa. Vam estar a St. Andoche fa unes setmanes i son els capitells més preciosos que he vist darrerament. El de la Fugida a Egipte, una joia. Gràcies al llibre “La Borgogna romanica in sei giorni” [Una vera bellezza. Eravamo a St. Andoche qualche settimana fa e sono i capitelli più belli che abbia visto ultimamente. Quello della Fuga dell’Egitto, un gioiello. Grazie al libro “La Borgogna romanica in sei giorni”] I miei omaggi, Giulio Giuliani!

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