La Borgogna è un meraviglioso museo del romanico a cielo aperto; e il suo cuore è la città di Autun. Così, mon ami, quando finalmente deciderai di passare una settimana nella più ricca regione di Francia, è ad Autun che pianterai il tuo campo base, e da Autun ti muoverai, se darai retta ai miei consigli, secondo il seguente preciso itinerario.

Uno scorcio di Autun
Giungerai nel pomeriggio inoltrato; e farai in modo di arrivare ad Autun da sud, attraversando, lungo la D120, la foresta che lambisce la città; rallenta, nell’ultimo tratto, perché ad una svolta Autun ti apparirà di lontano, con al centro la guglia infinita della basilica di Saint-Lazare… E sarà un tuffo al cuore, l’annuncio, l’ouverture di giorni indimenticabili. Ti è concesso, in serata, prima o dopo la cena, il primo saluto al portale di Gislebertus – il più bello, io credo, del tempo romanico – senza però entrare nella chiesa. Di quanto ancora riserba Autun parleremo più avanti.
Ti muoverai poi, nella tua settimana, secondo il programma che trovi qui di seguito: arricchiscilo di altre visite “minori”, se vuoi; ma le tappe irrinunciabili ci sono tutte, e ordinate con precisa logica.
Dedicherai il primo giorno a Vézelay, spostandoti da Autun verso il nord della Borgogna. la meta della tua prima giornata, raggiungibile in un’ora e mezza, è un altopiano trasformato in cittadella, dominato dalla basilica stupefacente della Madeleine, dove il nartece è dominato dal portale della Pentecoste, e la lunghissima navata, altrettanto notevole, è disseminata di cento capitelli uno più bello dell’altro. Tra Autun e Vézelay, a metà strada, farai tappa a Saulieu, dove nella modesta chiesa di Saint-Andoche troverai una serie di capitelli scolpiti, cinque dei quali – cinque – sono belli come pochi altri: ti consiglio di fermartici durante il viaggio di andata, utilizzando le cinque perle di Saulieu come antipasto prima della mensa nuziale che ti attende a Vézelay.

Vézelay, la navata
Nel secondo giorno – anche per lasciar sedimentare l’orgia di capitelli del primo – girerai per terre e per chiese: scenderai questa volta verso sud e i tuoi obiettivi saranno tre chiese bellissime e particolari per la loro struttura architettonica: sono quella di Perrecy-les-Forges, quella di Paray-le-Monial e quella di Tournus, diversissime tra loro, a loro modo spettacolari, accomunate e divise dalla presenza forte del nartece, che in ognuna di loro è interpretato in modo differente.

Berzé-la-Ville, il priorato
La meta del tuo terzo giorno non esiste più. Lo dedicherai infatti al ricordo di Cluny, la più grande abbazia del medioevo oggi ridotta ad un resto parzialissimo, eppur gigantesco: sai bene che della chiesa che doveva eclissare San Pietro, alienata e smontata in età moderna pezzo per pezzo per farne materiale da costruzione, resta solamente l’ala lacera di uno dei transetti. Visiterai comunque il sito, e vedrai il museo, ricordando però che la memoria viva di Cluny sta a pochi chilometri di distanza; e andrai quindi a Berzé-la-Ville, minuscola ma preziosissima dipendenza della grande abbazia, dove l’abside affrescato, capolavoro assoluto, ti riconcilierà con la storia.
Portali scolpiti, nel tuo quarto giorno. Scenderai di nuovo verso sud – non spaventarti: ogni chilometro percorso in auto in Borgogna è una scoperta – verso un piccolo fazzoletto della regione in cui si concentrano le lunette gemelle di Charlieu e di Jonzy – il primo, da solo, basterebbe per la giornata -, il portale irrispettoso di Semur-en-Brionnais, quello di Fleury-la-Montagne che racconta come un film il viaggio dei Magi, e ancora la lunetta di Neuilly-en-Donjon, anch’essa dedicata all’Epifania; a Montceaux l’Etoile infine, il portale dedicato all’Ascensione ti presenterà la più stupefacente processione di apostoli che il medioevo abbia scolpito.

Anzy-le-Duc
Per il quinto giorno ho riservato alla tua vacanza due tappe e due luoghi di profonda – e simile – emozione: vedrai la chiesa di Saint-Martin a Chapaize e quella di Anzy-le-Duc, che si sfidano, simili per certi aspetti, per altri diversissime. Ciascuna piantata nel centro del proprio villaggio, la prima rude e quasi barbara, la seconda dipinta di una semplicità elegantissima e ornata da capitelli che han fatto scuola, sono in grado di dare emozioni profonde. E non dimenticherai, stanne certo, i loro campanili. Un passaggio lo puoi fare ad Iguerande: la chiesa del villaggio, non distante da Anzy-le-Duc, è interessante proprio in confronto a quest’ultima, perché le somiglia molto all’interno, ma è coperta con una volta a botte. La magia della crociera, che ad Anzy-le-Duc si mostra in modo solare e chiarissimo, ti si mostrerà ad Iguerande… per sottrazione.
L’ultimo giorno, mon ami, non puoi che passarlo ad Autun. Durante la settimana avrai visto e rivisto, nelle passeggiate serali, la bellissima città dalle antiche origini; ora puoi tornare sotto il portale di Saint-Lazare, e puoi percorrere la stupefacente navata della basilica, restaurata da poco, dove ti aspettano capitelli belli quanto quelli di Vézelay e di Saulieu. I pezzi migliori – la firma è sempre quella di Gislebertus – sono custoditi in alto nella sala capitolare a cui si accede dal transetto. Hai infine un appuntamento galante, che cade giustamente nel tuo sesto giorno: al museo Rolin ti aspetta Eva, la seducente, con il suo corpo nudo, e con una proposta che sarebbe meglio declinare, anche se nessuno, dal primo uomo all’ultimo, ci è mai riuscito.

L’Eva di Autun
P.S.: So che la tua “Bibbia”, quando viaggi in cerca del medioevo più bello, sono i meravigliosi libri di Zodiaque; e so che la “Borgogna” di Raymond Oursel, tradotta in Italia da Jaca Book, è per tutti noi un riferimento certo. Ebbene, sappi che ho steso questo itinerario anche perché in quel volume, secondo me, qualcosa manca, e un itinerario costruito a partire da quell’indice sottovaluterebbe, e non mi spiego perché, Anzy-le-Duc e Chapaize, ma anche la stessa Charlieu e Semur-en-Brionnais. Tienine conto. Una nota ancora, finale: so che vuoi andare a Nevers… però, anche se si trova in Borgogna, io sento Saint’Etienne e il suo mirabile interno come molto più vicini alla scuola architettonica alverniate… Tieni conto anche di questa osservazione.
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La Borgogna romanica – da Autun a Tournus, da Vézelay a Cluny a Berzé-la-Ville – è ora un delizioso volumetto, densissimo di meraviglie, che mette insieme gli appunti di viaggio di Before Chartres: LA BORGOGNA romanica IN SEI GIORNI.
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La Borgogna! Se non ci fosse, bisognerebbe inventarla. È suggestivo questo consiglio di viaggio da una settimana… ma se si può, bisogna starci più a lungo e tornarci spesso. Mio modesto suggerimento: la stagione autunnale/invernale è la migliore, anche se si deve pagare il ridotto numero di ore di luce.
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Elena Artemyeva (da Fb):
Oh! Il mio sogno! Voglio fare questo viaggio in Borgogna. Voglio tanto… che si avvera nel 2020! Grazie mille per questo articolo!
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Cristina Garcia Soler (da Fb):
Adorabile tutta la regione, emozionante la sua storia!
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Magnifico e prezioso regalo, che ho maldestramente dimenticato di commentare qui.
Ora, come ben sai, il mio viaggio pasquale in Borgogna è saltato, come temo i prossimi viaggi brevi. E’ rimandato solo di un anno, qualora fosse ultimato il restauro della facciata di Vezelay, che non posso arrivare là e trovarmela tutta “ponteggiata”.
La Borgogna è magnifica; l’ho attraversata diverse volte di passaggio per altre mete (Bretagna, Normandia, dintorni di Parigi).
Cercherò di farmi bastare 6 giorni, ben sapendo che per un gioiello simile ne servirebbero almeno il triplo.
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