La Vergine dorme. Poi sarà “l’Assunta”

Ci raccontano che una delle teste, il viso di uno degli apostoli addolorati davanti al capezzale di Maria, era stata rubata, e che pentitisi i vandali l’hanno riconsegnata una notte, facendola ritrovare, giù, a Civate. E in effetti, nelle foto datate di questa splendida lunetta di San Pietro al Monte, manca una testa; e oggi, grazie a quel pentimento, la scena rappresentata, con il pianto intorno al letto di morte della Madre santa, ha ritrovato le lacrime di Giovanni, ed è ancora più intensa.

Gli apostoli piangono la Vergine, mentre l’anima è portata in cielo
La “dormitio” e, sotto, la crocefissione

Siamo di fronte ad una rappresentazione, non frequentissima, della dormitio Virginis. La scena, posta sul fondo della cripta di Civate, è realizzata in stucco, come i capitelli e i rilievi di complemento, e come le altre scene bibliche – proprio sotto sta una crocifissione, a sinistra una presentazione al tempio – ed è quella meglio conservata. Secondo lo schema consueto, al centro c’è il letto di Maria, giunta al termine della sua vita terrena, che si compì, secondo una delle tradizioni, un anno dopo la Pasqua del Figlio, oppure, secondo altre fonti, molti anni più tardi ad Efeso, dove la Vergine avrebbe seguito l’apostolo Giovanni. Maria dorme un sonno che equivale alla morte; ma a Lei, creatura specialissima, priva del peccato originale, e prima tra coloro che il Cristo è venuto a salvare, è riservata la sorte “nuova”: la sua anima infatti sale immediatamente in cielo, portata in volo da due angeli verso un Paradiso in forma di città. A destra, altri angeli osservano e lodano, e insieme a loro sta il Figlio benedicente; a sinistra gli apostoli piangono – e ora di nuovo lo fa anche Giovanni – la dipartita della madre del loro Maestro, riuniti in una schiera compatta.

Chi vuole, può inseguire la domanda di molti, se cioè la dormitio della Vergine, magistralmente rappresentata anche qui a Civate, non sia morte ma appunto un sonno, e può quindi chiedersi se a Maria sia stato evitato o meno il degrado del corpo terreno. Che sia morta o no, non lo dice, dopo secoli di dispute tra teologi, nemmeno la Costituzione apostolica Munificentissimus Deus, di Pio XII, che si limita a proclamare il dogma dell’Assunzione là dove dice che “l’immacolata Madre di Dio sempre vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo”.

La lunetta della “dormitio Virginis

L’aspetto che Before Chartres trova più interessante è invece proprio il collegamento tra dormitio e “assunzione”, tra il sonno rappresentato dagli artisti romanici e l’iconografia diversa – ma qui già contenuta in nuce – che porterà all'”Assunta” del Tiziano e a tante altre grandi rappresentazioni della Vergine portata in cielo dagli angeli. A Civate è un’anima che sale verso l’alto; negli affreschi di Liget, in un’altra spettacolare rappresentazione della stessa scena, è il Cristo stesso, in piedi davanti al corpo della Madre steso nel sepolcro, a porgerne l’anima agli angeli, mentre gli apostoli piangono; il Rinascimento molte volte rappresenterà, invece, il sepolcro vuoto, circondato dagli apostoli piangenti, e la Madonna assunta verso il Paradiso con il suo corpo tutto; infine, l’attenzione si concentrerà, proprio come nell’Assunta del Tiziano nella chiesa veneziana dei Frari, sulla Vergine in volo tra le nubi e le schiere angeliche: la dormitio lascierà spazio ad un trionfo, e quasi si ripeterà per Maria, ormai divinizzata da un pensiero religioso ben diverso da quello romanico, quanto accadde a Gesù quando ascese al cielo, o addirittura nel momento della Resurrezione.

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Il complesso di San Pietro al Monte

I rilievi a stucco della cripta di San Pietro al Monte, sopra Civate, sono solo una delle molte meraviglie che la chiesa, immersa nel verde in un pianoro elevato, custodisce e propone: la lavorazione a stucco impreziosisce anche il nartece, ricco e lavorato, poi ulteriormente arricchito da splendidi affreschi, e torna anche nei rilievi del grande ciborio che si erge nell’area presbiteriale. Non è facilissimo stabilire una datazione precisa per queste opere: alcuni le riferiscono al XII secolo avanzato, ma una delle tesi più accreditate data la lunetta della dormitio Virginis, collegandola con gli stucchi del ciborio, all’XI secolo, e la attribuisce ad un artista che ha come riferimento la cultura ottoniana d’oltralpe, e la reinterpreta, forse anche insieme ai suoi allievi, con uno sguardo più “lombardo”.

La terra alta tra Milano e i Laghi è una delle culle, se non la vera culla, dell’architettura romanica. Da qui i “maestri comacini” portarono i segreti della loro laboriosa abilità costruttiva un po’ dovunque in Europa. Un itinerario in dieci tappe racconta le loro realizzazioni più preziose – da Almenno San Bartolomeo a Gravedona, da Agliate ad Arsago Seprio a Civate – e lo spirito, i colori, i materiali, i modi e i vezzi che hanno lasciato nelle loro terre d’origine: DIECI PERLE romaniche TRA MILANO E I LAGHI

Ce ne sono altre undici. Belle come San Pietro al Monte, come San Pietro al Monte inerpicate in cima ai monti, o comunque lontane, difficilmente raggiungibili, altre undici splendide chiese stanno nel volumetto che Before Chartres ha dedicato – finalmente “in carta” – ai più spettacolari nidi d’aquila del romanico. Lo trovi qui: DODICI CHIESE isolate DEL TEMPO ROMANICO

6 pensieri su “La Vergine dorme. Poi sarà “l’Assunta”

  1. Giulio Giuliani ha detto:

    Francesco Gandolfi (da Fb):
    La spiritualità del Medioevo è proprio deversa da quella del Rinascimento, e questo articolo fa un esempio concreto. Il trionfalismo della Controriforma non regge al confronto con la sensibilità accorata degli artisti romanici.

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  2. Paolo Salvi ha detto:

    Quando dopo un tragitto faticoso arrivi in cima, davanti allo complesso di San Pietro al Monte sopra Civate, ti si apre un proscenio naturale ed architettonico stupendo. Quest’edificio originale, composto da due corpi dialoganti, la chiesa e l’oratorio antistante, è uno vero scrigno di tesori. Entrando ti colpiscono soprattutto gli stucchi, quelli del ciborio e poi quelli che nella cripta sotto il nartece curvilineo, narrano le vicende della Vergine, come la stupenda Dormitio.
    Sono capolavori rari, magnificamente conservati, che nell’uso dello stucco ricordano opere di epoca longobarda (vedi San Salvatore a Brescia o il Tempietto longobardo di Cividale del Friuli).

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  3. Giulio Giuliani ha detto:

    Antonella Fabriani Rojas (da Fb):
    Siccome non lo so, domando se il sepolcro vuoto con la Vergine (anima e corpo) che sale in cielo sia una questione teologica discussa qualche secolo dopo diventata dogma (lo è?) oppure le Scritture dicono qualcosa in merito.

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