Mi darete una mano a progettare il Grand Tour del romanico, a stendere, cioè, l’itinerario immaginario che tocchi tutte le vere capitali di quest’arte inarrivabile? Immaginate di avere la passione per l’arte e la civiltà europea del tempo dei monasteri e delle cattedrali, e di abitare però a New York, o a Tokyo; immaginate di non aver mai messo piede nel Vecchio Continente, e di poter finalmente partire per l’Europa alla ricerca delle più importanti mete romaniche: potendo scegliere di visitare dodici luoghi, quali sarebbero, sulla vostra cartina, le dodici tappe, le dodici località cerchiate in rosso?
Io ne ho già scelte dieci – sto ancora ragionando, e mi aiuterete, sulle due da aggiungere -, e le ho selezionate con un preciso criterio, di mettere nella lista, cioè, quei luoghi in cui l’arte romanica si è espressa con una qualità altissima, ma lo ha fatto, in più, con linguaggi differenti e complementari: c’è VEZELAY nella mia lista – lo anticipo come esempio chiarificatore – perché in quello stesso luogo benedetto possiamo ammirare, in una fusione notevolissima, un’architettura strepitosa, ma anche un portale scolpito tra i più notevoli, e una serie vastissima di capitelli; tra le dieci tappe che ho scelto non c’è, al contrario, Sant’Angelo in Formis, perché al suo ciclo di affreschi, pur strepitoso, non si affiancano altre eccellenze; e non c’è il monastero di Silos, perché anche qui troviamo “solo” meravigliosi rilievi, bellissimi ma privi di un contorno dello stesso livello.



Detto di Vézelay, diciamo anche della seconda delle dieci capitali del romanico che stanno nel mio elenco provvisorio: si tratta di un’altra cittadina della Borgogna, la vicina AUTUN, che nella sua Saint-Lazare propone anch’essa una notevolissima architettura, ma poi anche un portale scolpito, e i capitelli nella navata e nella Sala Capitolare, senza dimenticare l’Eva distesa sull’architrave, opere tutte del grandissimo e immodesto Gislebertus. Ancora in Francia, la terza città individuata come capitale del romanico è ARLES, con la sua abbaziale di Saint-Trophime resa spettacolare dal grande portale e dal vasto chiostro ricco di capitelli; non c’è un chiostro, a TOLOSA, ma la cattedrale di Saint-Sernin con la sua architettura ciclopica, la Porta di Miegeville con la sua lunetta e il florilegio di altre sculture, in chiesa e nel Museo degli Agostiniani, bastano a far mettere nell’itinerario anche questa quarta fermata.
Due altre tappe, per me irrinunciabili, non sono distanti da Tolosa. La prima è MOISSAC, dove l’abbazia di Saint-Pierre ci offre il portale maestoso e il vasto chiostro, tra i più antichi e suggestivi del romanico; la seconda è CONQUES: l’abbaziale di Sainte-Foy ha un chiostro certamente meno importante, e però il Giudizio universale scolpito in facciata, e la potente architettura degli esterni e degli interni, peraltro inseriti in un contesto paesaggistico che non teme rivali, permettono a Conques di entrare a buon diritto nella lista, e di diventare la sesta tra le capitali romaniche, la sesta meta del nostro viaggio immaginario.


Due sono, per ora, le tappe spagnole del Grand Tour del romanico. La prima è COMPOSTELA, che con il suo santuario vasto e ambito, con il Portico della Gloria e con la Puerta de las Platerias mette insieme e propone un compendio dall’altissimo valore artistico e spirituale. La seconda è la cittadina di JACA, in Aragona, dove si trovano, dentro e intorno alla cattedrale di San Pedro, una serie di opere scultoree – il capitello “del Satiro”, e poi quelli “del concerto di Davide” e “della Tentazione“, tra i tanti qui realizzati dal maestro di Jaca – e pittoriche che hanno segnato l’arte romanica di tutta la penisola.


E in Italia? Quali località italiane possono fregiarsi del titolo di “capitali del romanico”? Secondo il criterio della compresenza di diversi capolavori, credo che sia irrinunciabile visitare MODENA, con la sua cattedrale, con le lastre di Wiligelmo, con i rilievi antelamici del pontile interno, con le “metope” custodite nel museo lapidario; il Duomo di MONREALE è poi forse l’unico altro luogo in Italia in cui convivono e si offrono al visitatore, a livelli eccelsi, architettura, arte musiva e scultura, quest’ultima rappresentata vastissimamente dai capitelli del grande chiostro.
E abbiamo così messo nel carnet i nostri primi dieci valzer, con le più belle donne del romanico europeo.


Restano due balli ancora da fissare, due visite, due capitali da scegliere. Io resto incerto – accetto volentieri consigli e suggestioni – e metta là otto proposte. In Spagna suggerisco la città di León, dove la chiesa di Sant’Isidoro propone due portali di prim’ordine e soprattutto il bellissimo ciclo di affreschi del Panteon de los Reyes. Due luoghi in Francia meritano di essere considerati, anche se è difficile chiamarli “capitali”: sono il monastero del Canigou, con la sua doppia chiesa e i capitelli, in cima ai Pirenei, e il priorato di Serrabona, poco distante, con la tribuna rosea e la galleria affacciata sui boschi e popolata di capitelli. Tra le meraviglie italiane, valuto se inserire la basilica di San Marco a Venezia, con i suoi mosaici d’oro; la fascinosissima chiesa di Santa Maria in Valle Porclaneta, a Rosciolo, riassunto delle meraviglie d’Abruzzo; e ancora San Michele a Pavia, o Sant’Ambrogio a Milano, chiese madri del romanico lombardo; infine un pensiero lo faccio sull’irraggiungibile chiesa di San Pietro al Monte, a Civate, con i suoi stucchi e i suoi affreschi, e con il fascino ineguagliabile della posizione.
Dimentico, o sottovaluto, altri siti che meritano di stare tra le dodici capitali, tra le dodici tappe del nostro Grand Tour del romanico? Balza all’occhio che Puglia, Toscana, Alvernia, Castiglia, regioni ricchissime di arte romanica, rischiano di non essere rappresentate, e allo stesso modo non abbiamo individuato una “capitale” del romanico, e quindi una tappa del Grand Tour, nel romanicissimo Abruzzo, se non includeremo Rosciolo; e neppure nella regione dei Laghi lombardi e dei maestri comacini, se dalla lista resterà fuori Civate. Ma qui parliamo di “capitali del romanico” – lo abbiamo detto all’inizio – e non di singoli capolavori, per quanto belli siano: quali aggiungeremo per completare la lista delle dodici tappe?
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POST SCRIPTUM: L’articolo ha suscitato molte reazioni, alcune delle quali si trovano qui sotto nei commenti. Tenendo conto di tutte le considerazioni espresse, forse si può dire che due altre città possono essere aggiunte alla lista delle “capitali” europee del romanico. La prima è BARI: Before Chartres racconta, in un altro articolo, il ruolo di polo di irradiazione che la città ha avuto, a partire dalla costruzione del suo San Nicola, in tutta la Puglia romanica. La seconda è l’antica CLERMONT, cuore dell’Alvernia romanica, da cui è fiorita la splendida (e coerentissima) messe di architetture e sculture di cui la regione è ricchissima. E siamo così arrivati, con l’aiuto di molti, alle dodici possibili “capitali” del romanico.
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All’Alvernia, regione antica della Francia centrale, è dedicato uno splendido volumetto. Raccoglie tutti insieme i numerosi articoli che il blog Before Chartres ha scritto su una terra magica, ricca di grandi architetture absidali e di bellissimi capitelli, e si intitola LE NOVE PERLE (e le altre meraviglie) DELL’ALVERNIA ROMANICA.
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Quattro itinerari, dieci mete romaniche intorno a Roma, da raggiungere in giornata, e che non possono deludere mai. Before Chartres raccoglie gli appunti presi durante i suoi viaggi nei territori che circondano la Capitale nel bellissimo volumetto intitolato ITINERARI romanici INTORNO A ROMA.
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L’eredità longobarda, il fascino del mondo greco bizantino, l’Islam e la dominazione normanna si fondono in Puglia, nel medioevo, fino a dar vita al fiorire delle meravigliose cattedrali romaniche. Before Chartres ti accompagna in un viaggio da Monte Sant’Angelo ad Otranto, per comprendere e gustare questa regione spettacolare e i suoi capolavori: LE CATTEDRALI e gli altri gioielli DELLA PUGLIA ROMANICA.
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Non lascerei indietro il duomo di Fidenza: la piccola processione dei pellegrini all’asterno dell’edificio, visibile a tutti, è impagabile
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Fabio Lambri (da Fb):
San Michele a Pavia e Sant’Ambrogio a Milano. Scelta immediata, senza alcun ragionamento, fatta puramente col cuore
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Gabriele Tarsetti (da Fb):
Vista Toulouse, Moissac, Santiago, Vezelay, Modena, Arles, Monreale. 7 su 10. Non male.
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Mario Pilosu (da Fb):
Io idem, con Conques al posto di Santiago di Compostela.
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Silvia Trevale (da Fb):
Delle dieci proposte mi mancano solo le due spagnole. Quanto al “resto”, ho visto tantissimo per quanto riguarda l’Italia intera (anche più volte) e aggiungo Borgogna, Linguadoca, Alvernia per quanto riguarda la Francia.
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Fabio Casalini (da Fb):
Personalmente, ma anche oggettivamente, al posto di Tolosa e Canigò, inserirei Beaulieu-sur-Dordogne (timpano+architettura) e Cuxa (chiostro+architettura).
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Interessante, Fabio. A Cuxa, però, l’architettura della chiesa è romanica, ma alta alta alta… e i capitelli sono per metà volati a New York. Beaulieu è da rivalutare, sì, specie per quella rappresentazione delle tentazioni…: https://beforechartres.blog/2025/02/20/beaulieu-la-magia-dopo-le-tentazioni/
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Luis Cortés Zacarías (da Fb):
Te falta la ciudad con más iglesias románicas de mundo, Zamora en España.
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Eh sì, Luis, credo che questa tua proposta sia da valutare: l’undicesima “capitale” potrebbe essere Zamora?
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Io non trascurerei Parma, ammetto di essere di parte, se non altro per il suo meraviglioso Battistero e la sua armonica piazza con Duomo, Battistero e Vescovado
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Se l’Antelami, pur grandissimo artista, non avesse un piede, e quasi due, nel tempo nuovo detto gotico… sì, Parma potrebbe essere una capitale del romanico.
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Mi scuso per l’intromissione, non ho compreso se questi fascicoli-libri si possano acquistare?
e se si dove?
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Certo che si possono acquistare!
Qui il link per vedere tutti i volumetti rossi: https://beforechartres.blog/i-libri-di-bc/
e qui il link per i volumetti bianchi: https://beforechartres.blog/i-viaggi-di-before-chartres/.
Chi fosse interessato a riceverli via posta può contattare Before Chartres scrivendo a beforechartres@gmail.com.
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Mi sembra che se deve essere un gran tour deve avere una certa coerenza geografica quindi lo concluderei con due città italiane. Irrinunciabile Venezia, e poi una al centro Italia, forse Abruzzo o Roma se c’è qualcosa di Romanico per finire a Monreale.
Il giorno lun 16 giu 2025 alle 10:34 BEFORE CHARTRES | Appunti sull’arte e
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Tiziana Conte (da Fb):
Viste tutte, ma ricomincerei daccapo e poi ancora.
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Viste tutte meno Santiago de Compostela, condivido le scelte, anche se in un Gran Tour dodici sono poche, manca completamente la Germania e l’Inghilterra.
Per me, mancano, e sono irrinunciabili, CAEN e Notre-Dame-du-Port a CLERMONT, per dirne una sola in Alvernia.
Poi in Italia il San Michele a PAVIA e la Sacra di San Michele ad Avigliana, oltre al San Pietro al Monte a CIVATE.
Ma davvero è riduttivo scegliere dodici chiese in Europa o anche in Italia. Come escludere Sant’Antimo, o la Cattedrale di PISA, o San Marco a VENEZIA?
E SPOLETO e LUCCA, non son capitali del Romanico? E BARI?
In Spagna come escludere TAHÜLL? O SORIA?
È faticoso, addirittura doloroso fare delle esclusioni, per me e credo non solo per me.
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Sì però il tema – parzialissimo! – non è quali sono le chiese romaniche più belle, o le opere d’arte romaniche più belle… Si provava a ragionare sulle “capitali” del romanico, cioè quei luoghi, e soprattutto quelle città, dove il romanico si esprime in modo notevolissimo e multiforme, tanto che la città stessa diventa luogo di irradiazione… Nei dodici luoghi del cuore Tahull ci può stare, tra le dodici “capitali” invece non ci sta sicuramente.
Su Pavia, su Bari si può ragionare; e infatti chiedevo aiuto. E in realtà sì, Bari è “capitale”, per le sue due chiese e perché al San Nicola si ispirano le altre grandi chiese della regione. Bari promossa e inserita nella lista, senza dubbio. E giusta la segnalazione di Caen per il romanico in Normandia, e in Toscana, più che Lucca, forse Pisa è “capitale” e polo di irradiazione…
Per l’Alvernia, Paolo, si può dire che Clermont Ferrand sia “capitale” e polo di irradiazione? Forse sì.
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Paolo Salvi (da Fb):
Certamente. La cattedrale romanica e Notre-Dame-du-Port sono stati due modelli per tutta la regione e non solo.
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Domenico Lavena (da Fb):
Uhm, penso che una pugliese ci sarebbe stata. Concordo che manca una germanica e una britannica. Tra Spira, Magonza e Worms… e ancora, tra Norwich, Durham e Peterborough…
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Sarebbero interessanti in Alvernia: Saint-Nectaire e Issoire.
don Mario Tringali
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